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Il viaggio di maturità delle Scuole Medie Superiori Italiane di Fiume, Pola, Rovigno, Buie, Pirano, Isola e Capodistria

L’evento è stato organizzato dall’Università Popolare di Trieste e dall’Unione Italiana, in collaborazione con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con l’obiettivo di offrire ai ragazzi un’esperienza tutta italiana a conclusione del loro ciclo scolastico formativo. Gli studenti hanno infatti potuto vedere e toccare con mano la bellezza della Capitale, vivendo un percorso culturale e artistico che dalle pagine dei libri di scuola si è tramutato in un momento reale.

Le protagoniste di questo progetto sono state le Scuole Medie Superiori Italiane di Fiume, Pola, Rovigno, Buie, Pirano, Isola e Capodistria. Gli alunni, per la precisione 91, sono partiti accompagnati dai loro 14 insegnanti, guidati dal Segretario Generale per le Attività Organizzative Esterne e Culturali dell’Università Popolare di Trieste, dott. Fabrizio Somma, e dalle dipendenti dell’Ente, Fabiana Toffetti e Giuliana Sanzin, per la cura delle attività esterne e culturali.

Il programma di cinque giorni è stato denso di appuntamenti: già a partire dalla prima giornata di viaggio, infatti, è stato possibile godere delle diversità paesaggistiche che caratterizzano gran parte dello “stivale”: dall’ambiente pianeggiante dell’area padana, a quello collinare e montano dell’area appenninica, passando per le colline verdi di prati o vigneti toscani, con le caratteristiche colture mediterranee, giungendo fino all’Italia centrale, dove si colgono i tufi ed i basalti delle cilindriche torri che ospitano realtà peculiari come Orvieto per arrivare, infine, all’Urbe per antonomasia: Roma.

Nei giorni di permanenza il gruppo ha avuto la possibilità di godere di un intenso percorso artistico-culturale, ammirando i monumenti che hanno segnato la storia della città e dei suoi abitanti. Non si può dire di essere stati a Roma se non ci si concede una camminata per le vie del centro alla scoperta delle piazze più belle, con le loro rinomate fontane, delle strade più celebri, con gli edifici ad incorniciare gli scorci più suggestivi e nascosti, facendosi largo tra i turisti per poter ammirare tutto ciò che la città offre, nella sua immensità e nei suoi angoli più segreti.

Oltre alla “Roma Antica” a cui tutti siamo affezionati e di cui tutti subiamo il fascino, il gruppo è stato accompagnato a conoscere anche quel lato più moderno, e a tratti contemporaneo, della Città Eterna, in continua evoluzione e sintonia con chi la vive e la respira ogni giorno. Il quartiere dell’EUR è il fulcro centrale della “Roma Moderna” e la visita al suo complesso urbanistico, strutturato su assi ortogonali e costellato di edifici architettonici maestosi ed imponenti, non poteva di certo mancare. L’elemento simbolo di questo modello architettonico è sicuramente il Palazzo della Civiltà Italiana, il cosiddetto Colosseo Quadrato, progettato nel 1937, che da simbolo di architettura razionalista è diventato un’icona in mano a una casa di moda. La densità del programma aveva come intento quello di conferire ai ragazzi e agli insegnanti una visione quanto più completa possibile su Roma e la sua storia. La sua grande bellezza è riuscita a lasciare a bocca aperta tutti, soprattutto coloro che vi sono giunti per la prima volta: alcuni, benché alunni di scuole italiane, non hanno mai avuto l’occasione di poter visitare la nostra Capitale né, semplicemente, spingersi oltre i confini del proprio paese.
L’esperienza è stata presa con grande serietà e curiosità da tutti i partecipanti, che hanno sempre seguito con attenzione ed entusiasmo le parole delle guide, attenendosi al ricco programma previsto. Le attività, anche se molteplici e compresse dato il poco tempo a disposizione, sono state molto apprezzate, come si è potuto evincere dalle risposte ricevute tramite il questionario di gradimento, realizzato dall’Ufficio Comunicazione dell’Università Popolare di Trieste. Questionario volto a far esprimere il livello di apprezzamento in maniera totalmente anonima ed è stato mandato alle insegnanti che hanno preso parte all’iniziativa e che hanno potuto condividere liberamente le loro considerazioni, sia negli aspetti positivi che in quelli negativi.

Oltre ai diversi apprezzamenti ricevuti non sono mancati alcuni rilievi relativi alla tempistica nell’organizzazione delle giornate, di cui l’Università Popolare terrà sicuramente conto per potersi migliorare e poter garantire ai propri collaboratori esperienze quanto più partecipate e condivise possibili. Vanno ringraziati tutti per il tempo dedicato nella stesura dei questionari: i giudizi e i suggerimenti ricevuti sono per l’Ente una grossa fonte da cui attingere per individuare punti di debolezza e di forza ed interagire per qualificare l’offerta. Entrare in sintonia con le volontà di tutti e trovare un punto di incontro non è semplice, ma è sicuramente uno stimolo a fare sempre di più e sempre meglio e questo è possibile unicamente grazie al confronto tra le parti.

Uno degli obiettivi del viaggio è stato quello di ridare vita a tutte quelle attività che, in qualche modo, potessero apportare un valore aggiunto al bagaglio personale e formativo di ogni individuo, dagli studenti agli accompagnatori, soprattutto dopo un lungo periodo di stallo dovuto alla pandemia. Si è cercato di offrire ai maturandi un’esperienza che potesse conferire loro un senso di ritorno alla normalità che, considerando il difficile periodo dal quale si sta lentamente uscendo, ha richiesto un lavoro attento e meticoloso per incastrare per quanto possibile, data la situazione, ogni tassello che questo complesso quadro organizzativo prevedeva. In ogni caso, se ci si guarda indietro e ci si sofferma a pensare a come sono stati vissuti gli ultimi due anni, a causa del Covid-19, possiamo considerare questo progetto un impegno qualificato ed un punto di ripartenza, non un traguardo.

 Risulta riduttivo soffermarsi per l’esperienza al mero percorso educativo all’insegna dell’arte e della cultura: l’iniziativa, infatti, è stata un viaggio di maturità a tutto tondo, la conclusione di un percorso condiviso da ragazzi di paesi diversi, che si ritrovano a viaggiare sugli stessi binari, pronti a lasciarsi alle spalle la realtà scolastica in cui hanno vissuto per anni e ad andare incontro al loro futuro. Per molti, questa esperienza è stata più che un semplice viaggio di istruzione, è stata, oltre al viaggio d’istruzione, un’occasione per dare vita a socializzazioni e condivisioni insieme ai propri i compagni del liceo, che col tempo diventeranno ricordi preziosi da conservare.

Giuliana Sanzin dell’Ufficio Amministrazione dell’Università Popolare di Trieste, che ha avuto modo di condividere questo momento di vita insieme agli studenti e agli insegnanti, ha detto: «È stata la mia prima esperienza con i viaggi di maturità. Mi sono trovata benissimo: ho avuto un’ottima comitiva, erano tutti fantastici, e poi Roma è bellissima. Siamo riusciti a visitare tanto e, nonostante i ritmi serrati e il caldo, è stato davvero emozionante». Anche Fabiana Toffetti del Settore Cultura dell’Università Popolare ha espresso la sua visione su questo soggiorno, asserendo che «La stretta tempistica organizzativa del viaggio, voluta dalla disponibilità solo a fine esami di maturità, in un periodo di alta stagione, ha fatto sì che le visite programmate siano state un po’ “compresse” a discapito del tempo libero dato ai ragazzi. Ciò non ha comunque disincentivato la partecipazione attiva delle attività riprese dopo lo stop conseguente alle limitazioni dettate dalle normative per contrastare la diffusione del virus Covid-19».

Anche gli insegnanti accompagnatori si sono espressi: «Ho detto ai ragazzi di dare valore a questo regalo; non è scontato poter partecipare ad una gita all’estero, con guide specializzate a disposizione, dove è tutto organizzato nei minimi dettagli», «Sono stati davvero dei giorni fantastici e, anche se sembra riduttivo, posso dire di aver vissuto un’esperienza interessante, intensa e formativa», «Questo viaggio mi ha dato tanto. È stato piacevole rivivere attraverso i ragazzi il mio viaggio di maturità, ricordando i momenti del liceo», «È stato un viaggio che, data la particolare situazione post pandemia, e quindi i tempi ristretti per la conferma dello stesso che ha evidenziato dei punti particolari, quali la molteplicità di percorsi, la diminuzione dei tempi liberi e, purtroppo, la conseguente ferrea organizzazione che, considerate le esperienze precedenti, per quelli che le hanno vissute in altre situazioni, hanno evidenziato anche elementi di debolezza».

Tra gli alunni, gli insegnanti e gli organizzatori si è creata comunque una grande bella intesa e una forte sinergia, tanto che l’ultimo giorno, durante i saluti e i ringraziamenti, c’è stata qualche lacrima di commozione.

La maturità scolastica è un’importante fase di passaggio per tutti i ragazzi poiché segna una cesura tra il diploma e l’università o il diploma e il lavoro, un momento nodale e delicato che mette un punto non a cinque, ma ad almeno dodici anni di percorso di studi, lasciando i giovani, forse per la prima vera volta, liberi da ogni vincolo, condizionamento e scelte dovute. Tutto questo può essere vissuto con determinazione, ma anche smarrimento e sicuramente la pandemia, questa crisi senza precedenti che tocca tantissimi aspetti del quotidiano, ha giocato un ruolo determinante, inficiando su tematiche già fragili di per sé.
L’iniziativa gestita dall’Università Popolare di Trieste si è prefissata di contribuire alla stessa e a rappresentare un’esperienza viva degli studenti, offrendo loro un soggiorno fatto di arte, bellezza, risate e spensieratezza. Un grande in bocca al lupo a tutti i ragazzi per un gioioso e rispondente alle loro aspettative futuro.